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Le Organizzazioni dei Gestori scrivono al Ministro Zanonato
16-05-2013
FAIB,                   FEGICA                   FIGISC - ANISA
 
 
Roma, 14 maggio 2013
 
Egr. On.le
Flavio Zanonato
Ministro Sviluppo Economico
Via Veneto, 33 Roma
 
Raccomandata AR
Anticipata via posta elettronica e fax
 
Oggetto: Distribuzione carburanti.
 
 
Egregio Signor Ministro,
 
le scriventi Federazioni che rappresentano i Gestori degli impianti stradali ed autostradali di distribuzione carburanti per uso di autotrazione intendono, prima ancora di illustrarLe le tematiche proprie della Categoria e del settore, rinnovarLe gli auguri per un proficuo lavoro alla guida di un Dicastero complesso che ha il compito di presidiare ed orientare le politiche di ripresa della nostra economia.
 
Il settore nel suo complesso sta attraversando, da almeno un quadriennio, un periodo davvero straordinario per difficoltà e sofferenza.
 
Periodo che sta scaricando soprattutto su una intera categoria di lavoratori - i Gestori degli impianti, appunto - e le loro decine di migliaia di piccole imprese, i suoi effetti più drammatici: nei soli ultimi due anni le «vendite rete» hanno subito un vero e proprio tracollo, con una diminuzione di circa il 20% sulla viabilità ordinaria e di circa il 50% su quella autostradale ed il conseguente abbandono di migliaia di attività di gestione che, nel medesimo periodo, hanno già prodotto la perdita di circa 20.000 posti di lavoro.
 
Ciò, senza dubbio, per effetto della crisi economica e la conseguente contrazione dei consumi interni, ma anche a causa di una tassazione - diretta ed indiretta – che sui carburanti ha continuato ad aumentare come risultato delle misure introdotte dagli ultimi due Governi.
 
A questo si devono sommare i ripetuti interventi legislativi che, in generale, non sono stati sostenuti dalla necessaria forza e coraggio di riforma necessari al settore e, in particolare, sono stati troppo spesso fonte di ulteriore confusione ed incertezza.
 
Al di là di ogni considerazione questo settore ha l’urgentissimo bisogno di riappropriarsi di una prospettiva produttiva e di nuovi punti di equilibrio che tengano conto delle mutate condizioni di contesto, oltreché del ruolo di tutti gli operatori.
 
La situazione contingente, invece, continua ad essere caratterizzata da una forte fibrillazione che sta producendo danni gravissimi nell’immediato e ancor più in prospettiva, sia per il settore che per il «sistema Paese».
 
Danni di cui l’abbandono ormai ufficialmente annunciato di una serie di compagnie petrolifere multinazionali costituisce solo il segnale più macroscopico e sintomo emblematico di una crisi strutturale che richiede un intervento di politica industriale che, con il contributo e la partecipazione convinta degli operatori, possa orientare nuove linee di sviluppo e stimolare nuovamente gli investimenti.
 
Occorre, in altre parole, quel salto di qualità nella proposta e nell’azione che, nel rispetto del ruolo istituzionale, possa candidarsi con una ragionevole possibilità di successo ad invertire la rotta.
 
A questo proposito, a parere delle scriventi Federazioni, appare ormai imprescindibile avviare una fase straordinaria di «ristrutturazione della rete distributiva» che riduca in modo sensibile - tra 5 ed 8 mila unità sulla rete ordinaria e, con opportune verifiche, sulla rete autostradale - il numero complessivo degli impianti. Si tratta di un percorso necessario per provare a reintegrare il minimo delle condizioni di economicità all’attività di distribuzione.
 
Il carattere di necessità ed urgenza dovrebbe consigliare e consentire la predisposizione di un «piano programmato di chiusure», anche attraverso l’utilizzo di strumenti già esistenti e che hanno dato buona prova in passato come il «Fondo Indennizzi», peraltro appena prorogato, anche se sui criteri e le modalità di rifinanziamento rimangono delle motivate riserve.
 
Al tempo stesso, però, per evitare di vanificare gli effetti positivi delle chiusure, come già avvenuto in passato, il «piano» ha bisogno di essere accompagnato da una «moratoria temporanea» nell’installazione di nuovi impianti per un periodo congruo (3/5 anni).
 
Una condizione essenziale, se si vuole che ad un consistente numero di chiusure corrisponda un equivalente «dimagrimento» della rete, per la cui attuazione sembra opportuno richiedere un preventivo parere dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, così come si è rivelato possibile in diversi Paesi comunitari per settori caratterizzati da stati di crisi del tutto simili.
 
Un tale «piano programmato di chiusure» è solo la prima, propedeutica ed urgente iniziativa da assumere, per avviare una nuova fase di sviluppo per il settore alla cui formazione debbano essere coinvolti sotto l’egida del MISE tutti gli operatori ed i soggetti a vario titolo interessati (compagnie petrolifere, Gestori, retisti indipendenti, Amministrazioni regionali, consumatori, ecc.).
 
Un passo in questa direzione le scriventi Federazioni lo hanno già fatto proponendo, proprio in questi giorni, all’industria petrolifera di rendersi disponibile ad un simile scenario di confronto, senza veti e senza soluzioni unilaterali.
 
Senza voler, in questa sede, elencare la lunga lista di questioni dolorosamente aperte e che spesso sono state motivo di «incomprensione» e finanche di «scontro» in un passato anche recente – questioni che confidiamo Lei vorrà concederci l’occasione di illustrarLe più nel dettaglio nel prossimo futuro - siamo convinti, signor Ministro, che Ella vorrà dedicare l’attenzione necessaria a definire gli strumenti di intervento adeguati allo stato di profonda crisi appena illustrato, in cui versa un settore strategico per l’intero Paese come la distribuzione carburanti ed il petrolio in generale.
 
In attesa di un Suo cortese cenno di riscontro, l’occasione è gradita per porgerLe vivissime cordialità e rinnovarLe gli auguri di buon lavoro.
 
 
 
LANDI – DI VINCENZO - SQUERI
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