Host 18–22 ottobre - A Host 2013 la Federazione Italiana Pubblici Esercizi chiede al Governo di porre fine alla concorrenza sleale della somministrazione di bevande e alimenti nelle sagre, circoli privati e feste di partito (pad. 14, stand M34 N47). E afferma: “Fipe è il punto di riferimento di tutta la filiera dell’enogastronomia”.
Partecipare alla più importante Fiera internazionale dell’Ospitalità con due messaggi ben precisi: affermare il ruolo centrale di riferimento del settore e porre fine alle situazioni che creano disequilibri nel mercato della somministrazione. È questo il proposito di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia con gli eventi in programma a Host, il Salone internazionale dell’ospitalità in calendario a fieramilano dal 18 al 22 ottobre, presso il pad. 14, stand M34 N47.
Le analisi di mercato, nuove tendenze, scenari macroeconomici e di settore sono gli strumenti che Fipe mette a disposizione di tutti coloro che operano direttamente o indirettamente nel settore. Fornitori industriali e quelli agricoli, oltre ovviamente agli stessi imprenditori, possono approfondire e studiare nel dettaglio l’evoluzione del settore, facendo riferimento al know out che la federazione è in grado di mettere loro a disposizione.
In questo modo Fipe rimarca il ruolo di intermediario che è insito nella rappresentanza e che viene esplicitato più di frequente nelle richieste a nome della categoria rivolte al Governo in particolare e alle Istituzioni più in generale.
Da tempo, infatti, la federazione chiede di porre fine al regime di esenzioni dell’Iva e di altre imposte dirette di cui beneficiano sagre, feste di partito, circoli privati nell’attività “occasionale” di somministrazione di alimenti e bevande, ma la cui frequenza è talmente assidua da rappresentare una vera concorrenza sleale per gli esercenti.
A questo proposito Fipe parteciperà anche alla giornata di mobilitazione indetta da Confcommercio per lunedì 11 novembre contro la contraffazione. È del tutto evidente che l’attività di somministrazione esercitata impropriamente dai circoli culturali, privati, sportivi e via dicendo è da considerare una contraffazione dell’attività di ristorazione (dalla colazione alla cena magari anche con trattenimento serale) offerta dai pubblici esercizi.
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