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MAISON DU MONDE, L’ENNESIMA AREA DELLA CITTA’ PER UNA GRANDE SUPERFICIE COMMERCIALE
07-05-2015
Alessandro Cavo, Presidente Fepag e membro di giunta Ascom Confcommercio afferma:  “Abbiamo più volte ribadito come Ascom Confcommercio Genova e continuiamo a pensare che, nella trasformazione dei quartieri, il ruolo cardine debba essere svolto delle micro, piccole e medie imprese le quali, presidiando il territorio per molte ore tutti i giorni, hanno il vero termometro della situazione e, già da molto tempo, si impegnano a riqualificare e rivitalizzare la nostra città, ad esempio attraverso l’esperienza dei CIV. La realtà degli operatori commerciali presenti nelle vie e nelle piazze della nostra città continua a rappresentare un importante valore aggiunto del nostro territorio che riteniamo l’Amministrazione abbia il compito di dover tutelare e garantire.
 
Siamo infatti convinti che l’impegno dell’Amministrazione si debba esprimere nella valorizzazione dei centri commerciali naturali già esistenti, sostenendo le attività imprenditoriali attive ed investendo su di esse per migliorarne l’offerta occupazionale,  salvaguardando e moltiplicando quella esistente. In questo disegno, secondo noi, andrebbe pianificato lo sviluppo economico della città evitando così ulteriori, non solo inutili, ma dannosi, centri commerciali artificiali.”
 
Secondo Antonio Ferrarini, vice Presidente Vicario Ascom Confcommercio: “Purtroppo, nel caso di Maison Du Monde, ci troviamo di fronte all’ennesima operazione in cui viene autorizzata una nuova grande superficie di vendita utilizzando lo strumento della variante al PUC vigente, andando peraltro a creare di fatto nella zona di Campi un grande polo di attrazione commerciale con una forte concentrazione rispetto ad un certo tipo di settore.”
 
Giorgio Schenone, Presidente Federmobili Ascom Genova: “Non si tratta quindi solo del problema della destinazione d’uso dell’area, ma anche della concentrazione in una determinata zona di certe categorie merceologiche con una grande capacità di deviare i flussi della città. Il settore dei mobili e dell’arredamento sta vivendo un momento di forte difficoltà e l’apertura di questo tipo di attività ci preoccupa fortemente anche rispetto alle dinamiche occupazionali delle attività simili già presenti (vedi anche la chiusura imminente di Saturn), sia dal punto di vista dei dipendenti che di quello degli imprenditori.”
 
Riprende Ferrarini: “Di fronte al continuo calo degli abitanti della nostra città, alla crisi economica che stiamo vivendo ed all’esubero di offerta commerciale già presente non riusciamo a comprendere quale possa essere la logica di pianificazione e di sviluppo che l’amministrazione sta perseguendo quando considera l’autorizzazione di queste iniziative, invece che investire per attrarre insediamenti di funzioni di rilevanza strategica, come centri direzionali, promotori di sviluppo economico e sociale ed in grado di attrarre investimenti in attività di produzione e servizi alle imprese”
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