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Il Ministero per lo Sviluppo Economico sugli “home restaurants”
18-05-2015
Il Ministero dello Sviluppo Economico, con l’allegata Risoluzione, ha integralmente confermato quanto sostenuto da FEPAG relativamente alla natura commerciale delle attività effettuate dai cosiddetti Home restaurants.
 
Il Ministero, infatti, non solo definisce esplicitamente tali attività come attività economiche in senso proprio, ma afferma anche che la disciplina commerciale applicabile agli Home restaurant è quelle relativa alle attività di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico – artt. 64 e 71 D.Lgs. 59/2010 – sia per quanto riguarda il possesso dei requisiti necessari (morali e professionali) sia per l’obbligo di presentazione di una SCIA per l’inizio dell’attività o eventualmente della richiesta di autorizzazione, ove trattasi di attività svolte in zone tutelate.
 
Ne consegue anche che tali attività sono soggette all’accertamento del requisito della sorvegliabilità che, per i locali ubicati sopra il piano terra, è di competenza dell’autorità di pubblica sicurezza, ovverosia del Questore.
 
Con tale risoluzione il Ministero fa sì che il principio “stesso mercato, stesse regole” sia effettivamente applicato, in quanto la diffusione di queste attività sta creando un’ulteriore forma di mercato parallelo e di concorrenza sleale nei confronti dei pubblici esercizi.
 
Giova infine sottolineare che il riferimento normativo fornito da diversi articoli di stampa, per giustificare l’esenzione da IVA e dichiarazione dei redditi fino alla soglia dei 5.000 euro degli Home restaurants, (art. 1 comma 100 della Legge n. 244/2007 - Finanziaria 2008) non è più corretto e applicabile poiché tale norma risulta abrogata dalla legge di Stabilità per il 2015.
 
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